Lo Yoga della risata ha qualcosa da offrire al mondo della Formazione. Aziendale, naturlamente, ma anche in termini più generali. Nel dicembre del 2011 la Eulab Consulting,  una knowledge company  nata per valorizzare le esperienze di eccellenza sviluppate nell’ambito dell’Information Technology e del Knowledge Management, ha pubblicato una  Ricerca molto interessante sulla Formazione in Italia.

La ricerca coinvolge, ogni anno, nel periodo di settembre, 1.500 aziende italiane (di diversa dimensione), 500 operatori della formazione e 2.000 lavoratori italiani. Complessivamente, sono state  raccolte le sensazioni e le opinioni di 4.000 soggetti. La parola chiave di è indubbiamente “Crisi” ma i dati della ricerca si prestano a numerose considerazioni e spunti di riflessione.

Da professionista dello Yoga della risata ho raccolto volentieri l’invito ad un contributo. Che ho formulato in 5 punti.

1. La formazione può cambiare il corso della crisi assumendo con convinzione il punto di vista di Albert Einstein:

[quote] Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone  e le nazioni perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà violenta il su stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni  [/quote]

 

E lo Yoga della risata è un metodo che sviluppa creatività e va dritto nella direzione delle soluzioni.

2. È inoltre di grande importanza vedere questa crisi non solo dal punto di vista economico. Nella mia Lettera al Presidente della Repubblica ho indicato quella che attraversa l’Italia  come una crisi di civiltà che tocca aspetti fondamentali della convivenza democratica. La nuova era della formazione non potrà eludere le risposte agli incivili silenzi che hanno portato alla situazione odierna.

Nella ricerca si osserva che dal modello della “costruzione” dei saperi e delle cose, stiamo passando al modello della “manutenzione”. La priorità non è più quella di occupare nuovi spazi, ma – anche in una prospettiva di sostenibilità – di valorizzare e utilizzare al meglio gli spazi e i domini già occupati.

Ebbene lo Yoga della risata offre un efficace supporto a questa  “manutenzione”: questo metodo tanto originale va proprio nella direzione di un tempo di verifica della qualità delle “costruzioni” formative che abbiamo edificato in questi anni. Le parole d’ordine sono: Assunzione di responsabilità e Nuova progettualità.

3. Si legge di un “salto di paradigma”. Affermativo! Il salto di paradigma è probabilmente già avvenuto e avvertire il bisogno di una “revisione integrale delle offerte e degli strumenti formativi” è il primo passo di una consapevolezza che si sta affermando con vigore. Anche in questo caso, si tratta di un cambio di mentalità che la crisi opportunamente suggerisce: passare dai perché ormai sterili ai perché no che inaugurino una nuova stagione originale tanto nei contenuti che nelle forme. Lo Yoga della risata è in prima linea ad aiutare lo sviluppo di una nuova mentalità formativa. L’intuizione di George Bernard Shaw sarà il faro del new deal della formazione:

[quote] Certi uomini vedono le cose come sono e dicono “Perché?”. Io sogno cose mai esistite e dico “Perché no?[/quote].

4. Mettendosi in questa nuova prospettiva si è certi di prevenire un ritorno all’ancien regime della formazione nel periodo precedente la crisi perché una nuova idealità si sta affermando. Sì, non c’è dubbio che saranno veramente nuove le offerte formative  che avranno elevata e palpabile la componente etica e umana.

Questa consapevolezza renderà un servizio alla civiltà prima ancora che alle singole aziende con un guadagno di credibilità per tutti. La nuova formazione centrata su quanto è solidamente e genuinamente umano è già intrinsecamente etica. E spostare l’asse dei valori prioritari  dalla verità alla felicità avrà maggiori possibilità di dissolvere i conflitti a lungo creati dalla rigidità di certi dogmi formativi. Ridere, divertirsi e giocare appartiene a quanto c’è di più genuinamente umano. Lo Yoga della risata è pronto all’appuntamento.

5. Sono ottimista sul quel che accadrà alla formazione nei prossimi anni. Molto. Innanzitutto per il valore, la qualità e la passione della maggior parte dei formatori italiani.  Secondo, perché le folate della crisi di civiltà hanno demolito la “complessità” e la nuova via è data dall’unione di due qualità: semplicità ed efficacia.

A parer mio, le nuove offerte avranno successo se sapranno proporre soluzioni formative dove la crescita delle persone e delle aziende sia proposta  in modo semplice ed efficace al contempo. La formazione della nuova era dovrà essere finalmente divertente. Non vedo molti sentieri tracciati e c’è perciò ampio spazio per il pionierismo.

Personalmente ho già compiuto la mia scelta e proponendo lo Yoga della risata (Laughter Yoga)  ho cominciato a battere una strada giovane e per nulla conosciuta nelle aziende italiane. Ci vuole ancora tempo e pazienza perché si tratta davvero di una novità di prima grandezza, ma ottimismo e fiducia premieranno la costanza.

Dove è stato testato il metodo formativo dello Yoga della risata, studi scientifici hanno testimoniato la sua sorprendente efficacia. Oltre ad essere apprezzato perché  facile, divertente ed economico. 

Si possono vedere qui alcuni dati e scaricare la documentazione scientifica.