Mi sento così rilassato, oggi. Così in pace con me stesso. Soddisfatto e senza pensieri. Cos’ho che non va?

Eh, sì. Inutile nasconderlo, la battuta di Woody Allen mette il dito sulla piaga. L’ironia smaschera il conflitto interiore tra il nostro bisogno di benessere e la nostra malsana quotidianità.

Si è tanto abituati ad essere preoccupati, nervosi e tesi come corde di violino che un qualunque spiraglio di rilassamento è registrato come anomalia.

Ecco, l’ho detto… rilassamento. Parola magica per tutti i nostri sensori: un’armonia di consonanti e vocali che già il solo leggerle o pronunciarle è una delizia.

In fondo, rilassarsi non sarebbe nulla più dell’allentamento di una tensione: se non che vi associamo istintivamente l’idea di un salutare relax, di un piacevole riposo e appunto di una dis-tensione. E, si badi, la tensione che se ne va può essere tanto nervosa quanto muscolare, anche se quasi mai l’una alberga senza l’altra.

Le domande sorgono numerose e incalzanti. Perché siamo tesi? Cosa alimenta le tensioni così da rendere il nostro rilassamento un evento tanto raro? E ancora, perché facciamo così fatica a distenderci? Cosa davvero ci rilassa?

Se avessi tutte queste riposte sarei uno dei tanti commercianti di soluzioni miracolose che gridano i portenti del loro prodotto. Sarei lo strillone di turno che annuncia l’ultima buona novella su come risuscitare i morti. Purtroppo invece inciampo continuamente nella mia ignoranza. Boccone amaro, vi assicuro, per un filosofo.

Vi dirò semplicemente quel che capisco. Ve lo dirò come mi viene dal cuore quando ascolto il silenzio. Riassumerò le idee in 6 semplici punti.

1. Anche chi non conosce il latino vede senza troppo fatica che agere sequitur esse. Sì, è chiaro: quello che facciamo discende da quello che siamo (letteralmente: agire segue l’essere). In parole povere,  se sei stressato compirai azioni stressate. E, ahimè, stressanti. A danno tuo e di chi ti è attorno, alimentando così un circolo vizioso che si nutre di continue altre tensioni.

2. Distratti dall’avere e incalzati dal fare, siamo poco riguardosi nei confronti dell’essere. Del nostro essere. Ossia di quella vita dentro di noi che desidera solo ottenere il permesso di dispiegare tutta la sua ricchezza e la sua forza. Generando serenità. E mantenendola.

3. Perché ci è difficile rilassarci? A mio parere perché pensiamo che ci comporti impegno. Che serva uno sforzo. Ossia aggiungere altra tensione allo stress che c’è già. Dalla musica alla camomilla, dal sesso allo sport, dal giardinaggio al collezionismo, dallo shopping al divano, passando per una partita a carte, un po’ di chiacchiere al bar e due fettuccine panna e salmone di sicuro molto può concorrere al nostro rilassamento. Questione di gusti, naturalmente, non esenti da strisciante autoinganno: in ogni caso qualche timeout riusciamo ad ottenerlo.

4. Tempo fa il logorio della vita moderna si contrastava bevendo amari al carciofo o depurando l’intestino. Oggi la pubblicità ci vende ogni sorta di toccasana, spesso reso più convincente dalle belle fattezze femminili che lo promuovono. La direzione sembra tuttavia sempre quella di cercare fuori di noi la panacea che dovrebbe guarirci dai nostri mali. Non che il business sia cosa cattiva, certo, tuttavia qualche perplessità resta quando gli interessi non paiono sempre limpidi e l’integrità degli affaristi dubbiosa.         

5. In interiore homine habitat veritas. Un’altra piccola botta di latino per tener alto il morale con la saggezza antica. Qualcuno aveva già scoperto dove dobbiamo cercare la verità, ossia la massima sorgente del rilassamento. Chiaro, dentro di noi. Nel nostro intimo dimora l’antidoto ad ogni tensione. E quando la consapevolezza di essere in buone mani si fa solida, la paura, le preoccupazioni e l’ansia si allontanano.  

6. Nel corso degli anni ho provato diverse strategie antitensione. La maggior parte cercate fuori di me: natura, cultura, svago, una volta o l’altra anche qualche goccia di Lexotan. Ora che ho scoperto i benefici della risata sento che le tensioni mi si allentano meglio quando rido. Me lo dice l’organismo stesso e che sto bene lo vedo da me. Con l’arrivo degli ormoni del benessere, capeggiati dalla serotonina, se ne va il cortisolo. Lo dice la scienza. Beh, sai quando senti una bella sensazione di serenità? Ecco, così.

7. Allora la Verità che vado scoprendo dentro di me mi racconta di quanto tutto nella vita sia semplice e tutto risieda nella fiducia. Tra i vari aspetti che mi si rivelano, si affaccia con sorpresa  la forza incredibile della giocosità infantile. Le tensioni se ne vanno quando si gioca. Non con l’accanita competizione dei grandi, ma nel divertimento semplice dei piccoli che ridono con il corpo giocando.

Rilassamento? Prova con lo Yoga della risata.

 

PS: Anche fare le scale in metropolitana può diventare un gioco.